La mostra di archeologia virtuale fiore all’occhiello della BMTA
ArcheoVirtual è la sezione dedicata all’archeologia virtuale realizzata in collaborazione con l’Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del CNR. Le tecnologie più avanzate incontrano il mondo dell’archeologia nell’emozionante galleria di ArcheoVirtual – da sempre il fiore all’occhiello della Borsa – che permetterà ai visitatori, grazie alle originali produzioni virtuali, di essere catapultati nell’antichità e cimentarsi così in un viaggio nel tempo. ArcheoVirtual quest’anno arriva a Granada. Come avvenuto due anni fa, quando la Mostra è stata protagonista a Marsiglia Capitale Europea della Cultura 2013, anche l’edizione del 2015 si svolge all’interno di un evento mondiale quale il DigitalHeritage Congress (www.digitalheritage2015.org). Grazie al CNR ITABC, sotto la direzione scientifica di Sofia Pescarin, alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico verrà dunque portata questa importantissima esperienza, che lancia il nome della BMTA in tutto il mondo e la collega ad un settore ampio quale quello del patrimonio digitale, il “digital heritage”, appunto. Un’intera sezione dell’Expo, dedicata alle tecnologie di realtà virtuale immersiva, sarà a disposizione del pubblico della Borsa, con progetti provenienti dall’Italia, Francia, Spagna e Stati Uniti. Grazie ai caschetti immersivi (Head Mounted Display), con la Mostra ArcheoVirtual i visitatori potranno vivere un’esperienza unica di immersione completa in ambienti digitali ricostruiti, come nel Labirinto di Versailles a Parigi, nel Foro di Augusto a Roma, in un Oppidum spagnolo e in tanti monumenti francesi di grande bellezza. Si tratta della più recente frontiera dell’evoluzione tecnologica, che a breve arriverà anche nelle nostre case. introduce intervengono Nuove tecnologie e Archeologia. Chi paga? Soluzioni di mixed reality: strumenti per un ruolo attivo del visitatore ed una migliore fruizione del patrimonio L’esperienza francese e la Tecnologia 3d immersiva L’esperienza spagnola e l’applicazione immersiva “Vivir en el Opida” L’esperienza italiana e l’applicazione immersiva “Immotum”
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