Premio TusaIn occasione della edizione 2019 la BMTA ha assegnato postumo il Premio “Paestum Mario Napoli” a Sebastiano Tusa, per onorare la memoria del grande archeologo, dello studioso, dell’amico della Borsa, ma soprattutto dell’uomo del Sud, che ha vissuto la sua vita al servizio delle istituzioni per contribuire allo sviluppo locale e alla tutela del Mare Nostrum.

Da qui, è nata l’idea di organizzare annualmente la Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo, per dare grande attenzione alle destinazioni archeologiche subacquee mediterranee, e il Premio Internazionale di Archeologia Subacquea “Sebastiano Tusa”, volto a ricordare il suo impegno e le sue progettualità assegnato alla scoperta archeologica dell’anno o quale riconoscimento alla carriera, alla migliore mostra in ambito scientifico internazionale, al progetto più innovativo a cura di Istituzioni, Musei e Parchi Archeologici, al miglior contributo giornalistico in termini di divulgazione.

Pertanto, venerdì 3 novembre nell’ambito della XXV edizione della BMTA, grazie al coordinamento scientifico di Ulrike Guérin Programme Specialist 2001 Convention on the Protection of the Underwater Cultural Heritage UNESCO, si svolgerà la Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo “UNESCO Meeting on the Access to Underwater Cultural Heritage”, con la partecipazione di Barbara Davidde Soprintendente Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo.

Sabato 4 novembre si svolgerà il Premio Internazionale di Archeologia Subacquea “Sebastiano Tusa” con il patrocinio della Regione Siciliana – Assessorato Beni Culturali e Identità Siciliana e della Fondazione Sebastiano Tusa e il coordinamento scientifico di Luigi Fozzati.

Hanno ricevuto il Premio “Sebastiano Tusa” nel 2023:

riconoscimento alla carriera
Katerina Dellaporta già Consigliere del Ministro della Cultura greco in materia di archeologia subacquea, Direttore Generale del Museo Bizantino e Cristiano di Atene

Per il ruolo decisivo svolto, nel panorama mediterraneo, per l’affermazione dell’archeologia subacquea come ambito specifico di tutela, ricerca, valorizzazione. La sua esperienza ha supportato con successo le iniziative Unesco per l’archeologia subacquea in tutto il mondo. Il suo costante impegno ha riguardato le varie tipologie di siti sommersi: dagli insediamenti alle infrastrutture (porti), ai relitti sia antichi sia moderni, contribuendo allo sviluppo delle tecnologie d’indagine, studio e valorizzazione, ma anche dimostrando che la cooperazione internazionale nelle attività di archeologia subacquea è una delle strade più utili da intraprendere per far conoscere il patrimonio culturale che il Mediterraneo ha conservato e come vada preservato;

per la migliore mostra dalla valenza scientifica internazionale
Romy Wyche Direttore Museo Dipartimentale dell’Antica Arles per la Mostra “Trésors du fond des mers. Un patrimoine archéologique en danger” (22 ottobre 2022 – 20 febbraio 2023)

La mostra ha il merito importante di avere affiancato l’esposizione di reperti di straordinaria fattura artistica con la manifestazione esplicita e senza mezzi termini del problema irrisolto della tutela del patrimonio archeologico sommerso del Mediterraneo. Piacere e dolore affiancati nella stessa mostra, che evidenzia l’importanza di quello che il Mediterraneo ha conservato e nello stesso tempo ha perso, perde e rischia ancora di perdere in futuro. Non basta aprire gli occhi sulla bellezza, occorre anche sapere che questa bellezza è minacciata da pericoli vecchi e nuovi: dal furto al danneggiamento irreparabile dovuto all’intensificarsi dello sfruttamento dei fondali del Mediterraneo;

al progetto più innovativo a cura di Istituzioni, Musei e Parchi Archeologici
Massimiliano Marazzi Ordinario Culture dell’Egeo e Anatolia Università Suor Orsola Benincasa di Napoli per il Progetto Vivara

Un progetto innovatore per la metodologia interdisciplinare applicata per la prima volta in un’isola del Mediterraneo: Vivara (Comune di Procida). La novità progettuale si articola sia nella costituzione della “Biblioteca dei reperti” a favore di studiosi e studenti che nella costruzione di una nuova cartografia dei fondali marini attraverso rilevazioni ortofotogrammetriche. La nuova cartografia sarà in primis utilizzata dall’ente Parco che gestisce la Riserva Naturale di Vivara, quale mezzo essenziale per la protezione e la conservazione di tutta l’area marina oggi sommersa, nell’età del Bronzo tutta emersa e frequentata dagli abitanti dell’Isola di Vivara, della quale si ricostruirà anche la mappa dell’antico porto; archeologia subacquea ed ecologia marina lavorano insieme per la tutela del Mediterraneo;

al miglior contributo giornalistico in termini di divulgazione
Alberto Angela Divulgatore scientifico

Per il suo contributo straordinario alla conoscenza del patrimonio culturale sommerso e in particolare ai beni archeologici subacquei. L’archeologia subacquea del Mediterraneo, di laghi, fiumi e lagune, in particolare la Laguna di Venezia, devono ad Alberto Angela la corretta informazione su dove e come opera l’archeologo subacqueo, senza cedere al solo lato spettacolare e sensazionalistico. L’esauriente informazione, accompagnata da immagini, che oggi vanno ad arricchire la documentazione della storia dell’archeologia subacquea italiana, possono a buon diritto costituire un manuale di come rendere noto al grande pubblico cosa sia il patrimonio culturale italiano.

Tusa TUSA Tusa stand Sicilia

Hanno ricevuto il Premio nel 2022:

riconoscimento alla carriera
Eric Rieth Direttore emerito del CNRS Centre National de la Recherche Scientifique di Francia per conto dell’Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne-CNRS e Responsabile del Dipartimento di archeologia navale presso il Museo Nazionale della Marina di Parigi

Prendendo spunto dalla presentazione dell’ultimo libro di Eric Rieth a cura di Patrice Pomey, uno dei padri dell’archeologia subacquea del Mediterraneo: “La figura e l’opera di Eric Rieth costituiscono un primato internazionalmente riconosciuto, costruito negli anni attraverso la profonda conoscenza delle collezioni del Museo Nazionale della Marina di Parigi, nonché dei suoi archivi, la pratica dell’archeologia sul terreno, che lo ha condotto a interessarsi di tutte le fonti dell’archeologia navale: archeologiche in primo luogo, attraverso lo scavo e lo studio di numerosi relitti; storiche a partire ovviamente dagli antichi trattati di architettura navale; iconografiche per la lunga frequentazione di collezioni e modelli di musei; etnografiche, grazie alla sua conoscenza dell’opera dell’Ammiraglio Paris, padre dell’etnografia navale”.

al progetto più innovativo a cura di Istituzioni, Musei e Parchi Archeologici
Andrea Camilli Direttore del Museo delle Navi Antiche di Pisa per il progetto “Grande Tirreno”

L’idea del Progetto nasce quando Camilli prende coscienza della complessità dell’area archeologica “navale” di Pisa San Rossore. L’attuazione del nuovo impegnativo progetto parte dall’individuazione dell’area dove realizzarlo, area che riguarda un sistema complesso, che raggruppa fisicamente gran parte del complesso di S. Vito e degli Arsenali Medicei, con la costituzione di tre aree funzionali principali, che raccolgono intorno a sé anche altre funzioni: il Museo delle Navi Antiche di Pisa, che attualmente occupa il complesso degli storici arsenali medicei per una superficie di 4700 mq, oltre a ospitare le navi restaurate degli scavi di S. Rossore inquadra la storia pisana dalle origini all’alto medioevo e parla della storia della navigazione in età classica; il Centro di Restauro del Legno Bagnato, attivo in altra sede dal 2005 e appena trasferito nella palazzina di recente restauro, ospita i laboratori ed è sede di corsi di formazione e universitari sul restauro; la Biblioteca delle Navi e il centro studi connesso, in via di allestimento nella palazzina di S. Vito, dove ospiteranno uffici, laboratori e una biblioteca dedicata all’archeologia marittima e navale, al restauro e alla storia di Pisa.

al miglior contributo giornalistico in termini di divulgazione
Pippo Cappellano Giornalista, regista, foto cineoperatore subacqueo e autore di documentari

L’acqua è il suo ambiente, che non lascerà mai fino ai giorni nostri, sempre in immersione per servizi dalla biologia marina all’archeologia subacquea, dall’etnografia della pesca all’etnologia dei popoli del mare. Lavora con la sua cinepresa subacquea sul fondo di mari, laghi, lagune, fiumi, dovunque l’uomo ha lasciato traccia della propria storia.

Hanno ricevuto il Premio nel 2021:

per la scoperta archeologica dell’anno o riconoscimento per la carriera
Xavier Nieto Prieto Vice Presidente Comitato Consultivo Tecnico Scientifico della Convenzione 2001 dell’UNESCO sulla Protezione del Patrimonio Culturale Subacqueo

Per il suo operato di ricerca, tutela e didattica universitaria, promosse nell’arco di una vita spesa con competenza e passione nell’ambito dell’archeologia subacquea. Dal 1976 ha partecipato a missioni archeologiche subacquee in Spagna, Italia, Francia, Marocco, Haiti, Panama. Membro e poi Vice Presidente Comitato Consultivo Tecnico Scientifico della Convenzione 2001 dell’UNESCO per la protezione del Patrimonio Culturale Subacqueo, Direttore del Centro di Archeologia Subacquea della Catalogna, Direttore del Museo Nazionale di Archeologia Subacquea (ARQUÀ).
Xavier Nieto Prieto è una delle figure di riferimento a livello mondiale per l’archeologia navale e subacquea per le sue ricerche, scoperte studi, pubblicazioni, per il suo costante impegno istituzionale per l’affermazione dell’archeologia subacquea come disciplina universitaria, come specifico bene da tutelare e valorizzare sia sott’acqua sia in musei dedicati

per la migliore mostra dalla valenza scientifica internazionale
Paolo Giulierini Direttore Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Per l’ideazione, promozione e realizzazione della mostra “Thalassa. Meraviglie sommerse dal Mediterraneo” dicembre 2019-agosto 2020. La mostra, nata da una felice intuizione tra più studiosi, tra cui Sebastiano Tusa che ne fu il primo animatore e appassionato sostenitore, ha rappresentato con coraggio un nuovo modo di rispondere alla domanda “cos’è il Mediterraneo?”. Il pubblico ha potuto vedere con occhi nuovi una realtà straordinaria fatta di eventi geologici, dinamiche ecosistemiche, storie e miti, sirene ed eroi, viaggiatori ed esploratori, trasporti di prodotti alimentari e beni di lusso. L’intreccio tra i destini del Grande Mare e i destini delle popolazioni rivierasche è rappresentato dalla ricostruzione nel tempo delle rotte seguite dalle navi che hanno solcato il Mediterraneo. La mostra ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del Museo, che dedicherà al Mediterraneo e all’archeologia subacquea una sezione stabile al suo interno

per il progetto più innovativo a cura di Istituzioni, Musei e Parchi Archeologici
Franco Marzatico Soprintendente per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento

Per la progettazione e realizzazione del Parco Archeo Natura di Fiavé, provincia di Trento, dove è stata rinvenuta una delle palafitte più importanti dell’Europa preistorica. Il Parco conferisce, per la prima volta, a un’area lacustre la possibilità di una fruizione pubblica di una vasta area archeologica umido-subacquea.
Realizzato in uno scenario che vanta tre riconoscimenti UNESCO (palafitte preistoriche dell’arco alpino, sito naturale delle Dolomiti, Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria) propone un percorso didattico ed esperienziale innovativo e scenografico dal forte impatto emozionale, grazie alla ricostruzione, più aderente possibile alla realtà della documentazione di scavo, dei villaggi palafitticoli preistorici e delle loro ingegnose fondazioni. Il dialogo tra archeologia e ambiente naturale accresce conoscenza e consapevolezze culturali e favorisce l’attrattività e lo sviluppo ecosistemico del territorio

per il miglior contributo giornalistico in termini di divulgazione
Donatella Bianchi Giornalista RAI conduttrice di “Lineablu” e Presidente WWF Italia

Per la sua pluridecennale attività di giornalista dedita alla diffusione della conoscenza del Mar Mediterraneo, del suo ambiente, della sua cultura, delle sue popolazioni, della sua storia. Nel suo instancabile lavoro ha sempre seguito ogni scoperta, ogni campagna di ricerca, ogni personaggio dell’archeologia subacquea mediterranea, anticipando con tatto esemplare la reale possibilità di introdurre un turismo subacqueo ambientale e archeologico ispirato alla conoscenza, tutela e conservazione del mondo blu che abbraccia l’Italia. Dal 1994 al 2020 Linea Blu è oggi il più importante archivio di immagini del nostro mare