Il Premio Internazionale di Archeologia Subacquea “Sebastiano Tusa” viene assegnato alla scoperta archeologica dell’anno quale riconoscimento alla carriera, alla migliore mostra in ambito scientifico internazionale, al progetto più innovativo a cura di Istituzioni, Musei e Parchi Archeologici, al miglior contributo giornalistico in termini di divulgazione.

Hanno ricevuto il Premio nel 2021:

per la scoperta archeologica dell’anno o riconoscimento per la carriera
Xavier Nieto Prieto Vice Presidente Comitato Consultivo Tecnico Scientifico della Convenzione 2001 dell’UNESCO sulla Protezione del Patrimonio Culturale Subacqueo

Per il suo operato di ricerca, tutela e didattica universitaria, promosse nell’arco di una vita spesa con competenza e passione nell’ambito dell’archeologia subacquea. Dal 1976 ha partecipato a missioni archeologiche subacquee in Spagna, Italia, Francia, Marocco, Haiti, Panama. Membro e poi Vice Presidente Comitato Consultivo Tecnico Scientifico della Convenzione 2001 dell’UNESCO per la protezione del Patrimonio Culturale Subacqueo, Direttore del Centro di Archeologia Subacquea della Catalogna, Direttore del Museo Nazionale di Archeologia Subacquea (ARQUÀ).
Xavier Nieto Prieto è una delle figure di riferimento a livello mondiale per l’archeologia navale e subacquea per le sue ricerche, scoperte studi, pubblicazioni, per il suo costante impegno istituzionale per l’affermazione dell’archeologia subacquea come disciplina universitaria, come specifico bene da tutelare e valorizzare sia sott’acqua sia in musei dedicati.

per la migliore mostra dalla valenza scientifica internazionale
Paolo Giulierini Direttore Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Per l’ideazione, promozione e realizzazione della mostra “Thalassa. Meraviglie sommerse dal Mediterraneo” dicembre 2019-agosto 2020. La mostra, nata da una felice intuizione tra più studiosi, tra cui Sebastiano Tusa che ne fu il primo animatore e appassionato sostenitore, ha rappresentato con coraggio un nuovo modo di rispondere alla domanda “cos’è il Mediterraneo?”. Il pubblico ha potuto vedere con occhi nuovi una realtà straordinaria fatta di eventi geologici, dinamiche ecosistemiche, storie e miti, sirene ed eroi, viaggiatori ed esploratori, trasporti di prodotti alimentari e beni di lusso. L’intreccio tra i destini del Grande Mare e i destini delle popolazioni rivierasche è rappresentato dalla ricostruzione nel tempo delle rotte seguite dalle navi che hanno solcato il Mediterraneo. La mostra ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del Museo, che dedicherà al Mediterraneo e all’archeologia subacquea una sezione stabile al suo interno.

per il progetto più innovativo a cura di Istituzioni, Musei e Parchi Archeologici
Franco Marzatico Soprintendente per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento

Per la progettazione e realizzazione del Parco Archeo Natura di Fiavé, provincia di Trento, dove è stata rinvenuta una delle palafitte più importanti dell’Europa preistorica. Il Parco conferisce, per la prima volta, a un’area lacustre la possibilità di una fruizione pubblica di una vasta area archeologica umido-subacquea.
Realizzato in uno scenario che vanta tre riconoscimenti UNESCO (palafitte preistoriche dell’arco alpino, sito naturale delle Dolomiti, Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria) propone un percorso didattico ed esperienziale innovativo e scenografico dal forte impatto emozionale, grazie alla ricostruzione, più aderente possibile alla realtà della documentazione di scavo, dei villaggi palafitticoli preistorici e delle loro ingegnose fondazioni. Il dialogo tra archeologia e ambiente naturale accresce conoscenza e consapevolezze culturali e favorisce l’attrattività e lo sviluppo ecosistemico del territorio.

per il miglior contributo giornalistico in termini di divulgazione
Donatella Bianchi Giornalista RAI conduttrice di “Lineablu” e Presidente WWF Italia

Per la sua pluridecennale attività di giornalista dedita alla diffusione della conoscenza del Mar Mediterraneo, del suo ambiente, della sua cultura, delle sue popolazioni, della sua storia. Nel suo instancabile lavoro ha sempre seguito ogni scoperta, ogni campagna di ricerca, ogni personaggio dell’archeologia subacquea mediterranea, anticipando con tatto esemplare la reale possibilità di introdurre un turismo subacqueo ambientale e archeologico ispirato alla conoscenza, tutela e conservazione del mondo blu che abbraccia l’Italia. Dal 1994 al 2020 Linea Blu è oggi il più importante archivio di immagini del nostro mare.