International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2015 (1a edizione)
International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2016 (2a edizione)
International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2017 (3a edizione)
International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2018 (4a edizione)


La quinta edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”,
secondo le segnalazioni ricevute dalle suddette cinque testate, è andata alla scoperta del “più antico relitto intatto del mondo”.

Il Premio è stato consegnato a Jonathan Adams, Responsabile del Black Sea Maritime Archaeology Project (MAP), venerdì 15 novembre alle ore 18.30 presso la Sala Nettuno del Centro Espositivo Savoy Hotel alla presenza di Fayrouz, archeologa e figlia di Khaled al-Asaad, in occasione della XXII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico.

AS7 4868

Lo “Special Award”, il Premio alla scoperta con il maggior consenso sulla pagina Facebook della BMTA, è stato assegnato al “pane più antico del mondo” ritrovato nel Deserto Nero della Giordania da un gruppo di ricercatori delle Università di Copenaghen, di Cambridge e University College di Londra: si tratta di una focaccia di pane azzimo carbonizzata di circa 14mila anni.

Le cinque scoperte archeologiche del 2018 candidate per la vittoria della 5a edizione del Premio sono state:

  • Bulgaria: nel Mar Nero il più antico relitto intatto del mondo;
  • Egitto: a sud del Cairo un laboratorio di mummificazione;
  • Giordania: il pane più antico del mondo;
  • Italia: iscrizione e dimore di pregio scoperte a Pompei;
  • Svizzera: la più antica mano in metallo ritrovata in Europa.

 

Bulgaria - nel Mar Nero il più antico relitto intatto del mondo

Bulgaria: nel Mar Nero il più antico relitto intatto del mondo

Bulgaria: nel Mar Nero il più antico relitto intatto del mondo

A 2 km di profondità nel Mar Nero, al largo della costa della Bulgaria, è stata scoperta dal Black Sea Maritime Archaeology Project (MAP), grazie all’insolita composizione chimica dell’acqua del Mar Nero e alla mancanza di ossigeno al di sotto dei 180 mt, una nave di legno risalente a 2.400 anni fa, con gli elementi strutturali, fra cui l’albero e i banchi per i rematori, mai prima d’ora rinvenuti intatti in navi così antiche, attestandolo come il più antico relitto completo conosciuto trovato in mare (le barche rituali egizie ritrovate negli scavi, come quelle di Cheope, sono però molto più antiche). L’esplorazione durata 3 anni ha portato alla scoperta di più di 60 relitti storici. La nave, lunga circa 23 mt, documentata grazie a un sottomarino a comando remoto (ROV, remotely operated vehicle) dotato di telecamere, appare simile alle navi mercantili raffigurate su antichi vasi greci. Un piccolo frammento del relitto è stato estratto e analizzato con il metodo del radiocarbonio, risultando risalente al V sec. a.C., epoca in cui le città-stato greche intrattenevano frequenti rapporti commerciali fra il Mediterraneo e le loro colonie lungo la costa del Mar Nero.

Egitto - a sud del Cairo un laboratorio di mummificazione

Egitto: a sud del Cairo un laboratorio di mummificazione

Egitto: a sud del Cairo un laboratorio di mummificazione

La missione archeologica egiziano-tedesca del Supremo Consiglio delle Antichità e dell’Università di Tübingen ha rinvenuto a sud della piramide di Unas, nella necropoli di Saqqara (a 30 km a sud del Cairo) a 30 metri di profondità, un antico laboratorio di mummificazione (risalente alla XXVI e XXVII dinastia e tra il VI-V sec. a.C.) con 5 sarcofagi e una maschera funeraria in argento dorato, 35 mummie, una bara di legno, un notevole numero di statuette di ushabti e vasi per gli oli. Il lavoro di scavo della missione continua, in quanto bisognerà dissotterrare almeno 55 mummie. La piramide di Unas è l’ultima delle piramidi edificate nella V dinastia. Nonostante le sue piccole dimensioni, è considerata una delle più importanti piramidi egizie, in quanto è la prima struttura in cui sono stati iscritti i Testi delle Piramidi, formule di carattere funerario e religioso che avrebbero permesso la resurrezione del defunto tra le stelle imperiture. La scoperta fornirà nuove informazioni sui segreti dell’imbalsamazione degli antichi egizi, infatti i vasi di ceramica, che contengono ancora i resti di oli e prodotti usati nel processo di imbalsamazione, riportano scritti i nomi dei prodotti sopra i contenitori.

Giordania - il pane più antico del mondo

Giordania: il pane più antico del mondo

Giordania: il pane più antico del mondo

A Shubayqa 1 nel Deserto Nero della Giordania, nord-est del Paese, è stato rinvenuto da un gruppo di ricercatori delle Università di Copenaghen, di Cambridge e University College di Londra il pane più antico mai ritrovato finora, di circa 14mila anni. Si tratta di una focaccia di pane azzimo carbonizzata. Quindi, i nostri antenati ancor prima del Neolitico impastavano e cucinavano e prima dell’avvento dell’agricoltura, collocata 4.000 anni più tardi. Si ipotizza che grazie al consumo del pane le popolazioni iniziarono a coltivare le piante necessarie per realizzarlo, contribuendo alla rivoluzione agricola nel Neolitico. Dalle analisi dei frammenti di pane con il microscopio elettronico è emerso che si tratta di cereali selvatici: antenati dei moderni cereali come l’orzo, il farro e l’avena, che prima di essere cotti sono stati macinati, setacciati e impastati. Secondo i ricercatori sarebbe stato prodotto da una popolazione di cacciatori-raccoglitori perlopiù sedentaria, chiamati Natufiani, e a causa della difficoltà per la realizzazione del pane, considerato un cibo di lusso e quindi destinato solo ad eventi importanti.

Italia - iscrizione e dimore di pregio scoperte a Pompei

Italia: iscrizione e dimore di pregio scoperte a Pompei

Italia: iscrizione e dimore di pregio scoperte a Pompei

Due dimore di pregio con preziose decorazioni vengono alla luce dalla Regio V di Pompei, grazie agli interventi di manutenzione e messa in sicurezza dei fronti di scavo previsti dal Grande Progetto Pompei: la Casa con giardino con il bel portico affrescato e gli ambienti decorati da vivaci megalografie e la Casa di Giove con le pitture in primo stile e gli eccezionali mosaici pavimentali dalle raffigurazioni senza precedenti. Iscrizioni e ulteriori resti delle vittime aggiungono, inoltre, dettagli alla storia dell’eruzione e della città antica. Un’iscrizione a carboncino, in particolare, traccia tangibile di un momento di vita quotidiana, supporta la teoria che la data dell’eruzione fosse a ottobre e non ad agosto: un’ipotesi già avanzata dagli studiosi da tempo. Il grande intervento che sta interessando gli oltre 3 km di fronti, che costeggiano i 22 ettari di area non scavata, ha lo scopo di riprofilare i fronti, rimodulandone la pendenza e mettendoli in sicurezza, al fine di evitare la minacciosa pressione dei terreni sulle strutture già in luce. Gli scavi hanno anche svelato una pittura parietale, che si aggiunge a quelle splendide di Venere e Adone della Casa con giardino e a quelle della Casa di Giove: si tratta del mito di Leda e il cigno, rappresentato in un affresco rinvenuto in un cubicolo (stanza da letto) di una casa di via del Vesuvio. La scena erotica rappresenta il congiungimento tra Giove, trasformatosi in cigno, e Leda, moglie di Tindaro, re di Sparta. Il ritrovamento è estremamente particolare per la fattura del soggetto “diverso da tutti gli altri fino ad oggi ritrovati in altre case” per l’iconografia decisamente sensuale.

Svizzera - la più antica mano in metallo ritrovata in Europa

Svizzera: la più antica mano in metallo ritrovata in Europa

Svizzera: la più antica mano in metallo ritrovata in Europa

Vicino al Lago di Bienne nella zona occidentale del Cantone di Berna è stata rinvenuta, grazie al metal detector in occasione di una bonifica ambientale, la riproduzione di una mano in bronzo, leggermente più piccola del normale di circa ½ kg, che è la più antica rappresentazione in metallo di una parte del corpo umano mai trovata in Europa e risalente a circa 3.500 anni fa. Presenta una sorta di polsino in lamina d’oro e una cavità interna che, si pensa, potesse permettere di montarla su un bastone o una statua. La datazione al radiocarbonio di una piccola porzione della colla organica usata per attaccare lo strato di lamina d’oro sul “polso” della scultura ha permesso di verificare che l’oggetto era molto antico, risalente all’età del bronzo medio, tra il 1.400 e il 1.500 a.C.. Gli oggetti metallici nelle sepolture dell’età del bronzo sono rari e ancora più raro l’oro e quindi la scoperta è unica in Europa e forse anche oltre i confini europei. La cavità interna suggerisce che avrebbe potuto adornare una statua, essere stata montata su un bastone e impugnata come uno scettro o addirittura indossata come una protesi durante un rituale, tutte teorie che potrebbero non avere conferme.